EMOR 5783 : 7 LEZIONI
Questo Shabbàt 6 Maggio 2023, 15 del mese di Iyàr 5783 leggeremo la Parashà di Emor Levitico 21: 1 – 24: 23.
HAFTARÀ
Ezechiele 44: 15-31
4° Pirke Avot
HO VISTO UN RE, SA l’HA VIST CUS’È’?
Anche oggi vi proponiamo un estratto del libro “Saggezza Quotidiana”, edito da Mamash. Attraverso gli
insegnamenti cassidici del Rebbe e dei suoi predecessori, questo libro è una vera e propria guida alla lettura e
comprensione della Torà settimanale.
Uno dei principali argomenti del brano scelto per voi è quello che sottolinea l’importanza dello Shabbàt. Tanto
che, se una festa importante come Rosh Hashanà cade di Shabbàt, si “sospende” il precetto della Torà di
suonare il mistico shofàr.
Come spiegato, questo suono, generato dal corno delle shofàr ha, tra le altre, la funzione di risvegliare
nell’ascoltare il timore di Hashèm, nel senso di riuscire a far percepire e introiettare in se stessi il fatto che
l’unico e vero Re esistente in noi e fuori di noi è Hashèm.
Tuttavia, perché di Shabbàt non vi sarebbe questa esigenza? La risposta la troviamo nel fatto che durante il
settimo giorno avviene un evento straordinario. Un tipo di “miracolo” che necessita di una preparazione da
parte nostra per essere percepito pienamente, almeno solo in parte. Alcune persone particolarmente pie e
collegate ad Hashèm non fanno fatica a “vedere” e “sentire” la diversità del settimo giorno, rispetto agli altri,
ma per la maggior parte di noi invece non è così.
Il “miracolo in questione è che durante Shabbàt, Hashèm ha deciso, fin dagli albori della creazione, di “svelarsi”
maggiormente rispetto agli altri giorni. Questo significa che, se rispettiamo le numerose e precise “regole”,
stabilite dalla Torà per questo giorno, anche noi possiamo percepire, magari solo in parte, questa rivelazione
aumentata della presenza di Hashèm nel mondo. Per tale motivo non vi sarebbe il bisogno di un qualcosa che
ci aiuti, come lo Shofàr. L’altissima rivelazione dello Shabbàt, di per sé, ci rende in grado di percepire la
regalità di Hashèm. Per utilizzare una metafora, durante lo Shabbàt è come se il Re si facesse vedere, quindi
il “suddito” che vede il Re non ha bisogno di “ricordarsi” (tramite il suono dello shofàr) chi è il Vero Re del
mondo, chi governa sopra e dentro di noi.
*
Il Sacerdozio; le Festività
L’ottava sezione del libro di Levitico inizia con Hashèm che ordina a Moshè di “dire” (emòr, in ebraico) ai
sacerdoti anziani di educare i sacerdoti più giovani, riguardo alle leggi del sacerdozio. In seguito, Hashèm
insegna a Moshè queste leggi e quelle riguardanti tutte le festività dell’anno.
*
Pèssakh è seguita, dopo sette settimane, dalla festa di Shavu’òt [“Settimane” in ebraico]. Anche, se i mesi
dell’anno ebraico sono numerati da Nissàn, gli anni sono contati dall’inizio del primo giorno di Tishrè, il
settimo mese. Il primo di Tishrè è quindi Rosh Hashanà, “il capo dell’anno”. Questa festa è scandita dal suono
dello shofàr, il corno d’ariete, tranne quando cade di Shabbàt.
Le Altezze Spirituali dello Shabbàt
[Hashèm disse a Moshè] «Il primo [giorno] del mese [di Tishrè] sarà … un ricordo del suono dello shofàr».
(23, 24)
Il suono dello shofàr, nel primo giorno dell’anno, suscita la nuova energia divina che sosterrà tutta la creazione,
spirituale e fisica, per quell’anno. Tuttavia, quando Rosh Hashanà coincide con Shabbàt, lo shofàr non viene
suonato e noi lo “ricordiamo” menzionandolo nelle nostre preghiere.
Questo, perché soffiare lo shofàr a Shabbàt non è solo superfluo, ma inutile. La sovranità di Hashèm su di noi
è il tema principale di Rosh Hashanà. Il suono dello shofàr, in occasione della Sua “incoronazione”, è la
dichiarazione della nostra sottomissione rinnovata, disinteressata e volontaria alla Sua sovranità.
La necessità di una dichiarazione simile, tuttavia implica, che siamo consapevoli di noi stessi come esseri
indipendenti, che devono sottostare a Lui intenzionalmente. Tale consapevolezza intima caratterizza la nostra
coscienza nei giorni feriali. Tuttavia, nel giorno dello Shabbàt, quando siamo intrinsecamente assorbiti nella
nostra accresciuta consapevolezza di Hashèm, una dichiarazione simile sarebbe un’offesa allo Shabbàt.
Alcuni chiedono: perché dovremmo” tremare nei mondi “e parlare continuamente della venuta del Messia? L’Onnipotente dovrebbe ben sapere quando portare il Redentore, quando lo ritiene opportuno.
Una risposta a questo dovrebbe essere appresa dalla Pessakh Sheni la seconda Pasqua.
Questo comandamento fu dato per quelli del popolo ebraico che per vari motivi (“erano in un luogo distante” o “impuro per l’anima”) non potevano rispettare il sacrificio della Pasqua. Tuttavia, queste persone non “si arresero”, ma insistettero e fecero richiesta all’Onnipotente per osservare il comandamento. Come risultato per questa determinazione fu stabilito un nuovo precetto, quello della Seconda Pasqua.
Lo stesso vale per noi:
Al tempo dell’esilio, quando il popolo d’Israèl è “in un luogo distante” e al livello spirituale “dell’anima impura”, deve reclamare con tenacia e chiedere a Dio: “Perché non possiamo offrire il sacrificio del Signore?”
“Vogliamo già avere la vera e completa redenzione e il Tempio, subito !”
(Da una Sikhà del Rebbe)
PICCOLO VIDEO DEL REBBE SPIEGA PESSAKH SHENI sottotitoli in italiano
https://www.facebook.com/ shlomo.bekhor/posts/ 10158198710295540
Ti riporto i link delle lezioni on line su virtualyeshiva.it della parashà di questa settimana.
Shabbat Shalom
Rav Shlomo Bekhor
Il mio portale delle email è saltato e sto cercando di ripartire con un altro portale e ho raccolto alcune email ma ne mancano ancora tante.
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Se si conoscono delle persone che la vogliono ricevere per favore di farmelo sapere o registrarsi al link in basso.
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Domani leggiamo nella Torà proprio la mitzvà dell’offerta del’Omer e l’ordine di contare i giorni tra Pessakh e Shavuot.
Contare in ebraico vuole dire anche illuminare i giorni ovvero illuminare i nostri 49 attributi.
O c’è VITA intellignte sulla TERRA?
Una VITA ben spesa, LUNGA è!
Leonardo Da Vinci
Rav Shlomo Bekhor
MORTE, HANDICAP, PROBLEMI PSICHICI, STRESS ECONOMICO, INSICUREZZA!
Come le 5 festività ci illuminano nelle 5 grandi sfide della vita!
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SEFIRAT HAOMER: 29° giorno
La porzione di Torà di Emor (Levitico 21:1–24:23) si apre con le leggi speciali relative ai Kohanim (“sacerdoti”), il Kohen Gadol (“Sommo Sacerdote”), e il servizio nel Tempio: un Kohen non può diventare ritualmente impuro attraverso il contatto con un corpo morto, salvo nel caso della morte di un parente stretto; un Kohen non può sposare una donna divorziata; un Kohen Gadol può sposare solo una vergine. Un Kohen con una deformità fisica non può servire nel tempio santo, né un animale deforme può essere portato in offerta.
Un neonato di vitello, agnello o capretto deve essere lasciato con sua madre per sette giorni prima di poterlo portare in offerta; non si può macellare un animale e la sua discendenza lo stesso giorno.
La seconda parte di Emor elenca le principali ricorrenze festive del calendario ebraico: lo Shabbat settimanale, la settimana di Pessakh, l’offerta del primo raccolto d’orzo da portare nel secondo giorno di Pessakh e l’inizio del conteggio dei 49 giorni dell’Omer che culmina con la festa di Shavuot nel 50° giorno, il digiuno del 10 di Tevet e Sukkot.
La parashà prosegue con la descrizione dell’illuminazione della menorah nel Tempio, e l’offerta settimanale del pane (hapanim lechem).
Emor si conclude presentando il caso di un uomo giustiziato per blasfemia, e descrivendo le sanzioni per l’omicidio o la distruzione della proprietà altrui (rimborso monetario).
EMOR 5771 – 3 MATRIMONI: PECORA, TORO E GEMELLI
Il segreto per creare la pace tra le varie culture
EMOR 5770 – LA MELA NON CADE LONTANO DALL’ALBERO!
Qual è il sistema sul quale si basa il mondo?
EMOR 5769 – MORTE, HANDICAP, PROBLEMI PSICHICI, STRESS ECONOMICO, INSICUREZZA!
Come le 5 festività ci illuminano nelle 5 grandi sfide della vita!
EMOR 5765 – LE FESTE EBRAICHE E I 49 GIORNI DELL’OMER
Le festività ebraiche, lo Shabbat, il conteggio dell’Omer e il Pirkè Avot.
Emor 5766 – 2006 – COSA PERDONA IL KIPPUR?
La parasha di questa settimana ci parla di tutte le feste che scandiscono il calendario ebraico. Nel parlarci delle feste ci ricorda alcune delle loro caratteristiche.
Ecco quindi che a Kippur si può chiedere ad Hashem di perdonarci le colpe che abbiamo commesso nell’osservanza dei suoi precetti, ma non possiamo aspettarci da lui il perdono per le i torti verso i nostri simili. Solo il colpito dal torto pu? perdonare.
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