TAZRIA: MALDICENZA, TRASFORMAZIONE IN MALE!

3 Aprile 2008 1 Di RebShlomo

Perchè la maldicenza è così negativa?

Alcuni punti della lezione:

1. Il Talmud riporta che colui che dice lashon harà (maldicenza) è degno di ricevere i negaim (con vari tipi di malattie che colpiscono la casa, gli abiti e le persone). Per purificarsi occorrono due piccioni. Perché?

2. Colui che fa maldicenza, fa uscire del male da sè stesso. Qual è la relazione con la lebbra?

3. Per due cose che si chiamano “Reshit”, Hashem ha creato il mondo. Quali sono i due Reshit?

4. Che cosa accade nelle sfere superiori quando si fa maldicenza?

5. In ebraico la parola “oneg” significa piacere. Lo stesso piacere che ha Hashem verso l’uomo quando si comporta bene ed ha rapporti positivi con il prossimo. Nel fare lashon harà si trasforma “oneg” in “nega”. Due parole molto diverse che hanno le stesse lettere. Perché?

6. Qual è la causa che porta l’uomo a fare maldicenza? Una falsa soluzione ai problemi interiori.

7. La storia del rebbe Rashab, che era più giovane di suo fratello Razà ma più alto. Un giorno il fratello maggiore mise il minore nel pozzo. Il padre, il rebbe Maharash chiese al Razà come mai si fosse comportato così. Egli rispose: “Io sono più grande ma sono più basso. La verità è che se sono più grande mi spetta di essere più alto. Adesso la verità è stata fatta,  avendo messo il fratello nel pozzo cosi posso essere più alto, come dovrebbe essere giusto.” L’insegnamento di questa storia ci chiarisce il significato della lashon harà.

Riassunto.

Perchè la maldicenza è così negativa?

La lezione approfondisce il concetto di lashon harà (maldicenza) illustrando i significati profondi e le conseguenze di questo atto negativo. La parola “oneg” (maldicenza) ha le stesse consonanti di “nega” (la malattia che colpische colui che fa maldicenza).

Tramite la maldicenza si sottrae la gioia di Hashem verso i propri figli. La conseguente punizione sarà mirata a sottrarre la gioia al peccatore.

La maldicenza è l’espressione di un problema interiore, che si vuole nascondere e sostituire attribuendolo agli altri. Di fronte a “rotture” interiori, la persona compie lashon harà distruggendo ciò che lo circonda.

Per alzare sè stessi non bisogna abbassare gli altri, come ci viene raccontata la storia del rebbe Rashab e suo fratello.

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Link per ascoltare la lezione (o effettuare il download):

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in memoria di mio nonno Shlomo ben Hana Bekhor

Chi volesse dedicare una lezione mp3 alla memoria o in onore di un lieto evento, può contattarmi shlomo@mamash.it

Rav Shlomo Bekhor

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rav Bekhor